Buongiorno lettori, sono tornata a raccontarmi!
Come fanno molte mamme lavoratrici ho scelto anch’io di iscrivere mio figlio all’asilo nido, convinta che socializzare con altri bambini possa fargli molto bene, ma allo stesso tempo con un peso nel cuore nel non vederlo per buona parte della giornata.
Sono passate ormai due settimane dal primo giorno di inserimento e già mi trovo ad affrontare i primi nasi colanti, notti insonni per la tosse, lavaggi nasali, aerosol…una battaglia quotidiana!
Da questa guerra contro il naso chiuso prendo spunto per parlare di aerosol:
L’aerosol consiste nella somministrazione nelle vie respiratorie di una sospensione di particelle trasportate da un gas. Il fatto che il farmaco “si veda” sotto forma di nebbia ci rassicura sul suo funzionamento, ma siamo sicuri che venga fatto nel modo corretto? Quanto farmaco arriva nei polmoni?
Bisogna sapere che, del farmaco che mettiamo nell’ampolla insieme alla soluzione salina, solo il 10-12% raggiunge i polmoni; il resto si deposita nella gola, dove viene inghiottito, oppure resta in fondo all’ampolla e adesa alle sue pareti e non viene nebulizzato. Ammesso che l’aerosol venga utilizzato quando realmente serve, nel bambino sotto i 4 anni va comunque applicata una mascherina che aderisca bene al volto perché se è tenuta anche a 2cm dal viso, la parte di soluzione respirata è molto poca.
Spesso un bambino molto piccolo non riesce ad accettare il contatto prolungato con la mascherina premuta sul viso, si oppone e piange, disturbato anche dalla rumorosità dell’apparecchio. Durante il pianto, però, l’aerosol è completamente inutile dato che il farmaco si deposita in bocca e viene inghiottito. Una delle classiche contromisure adottate dai genitori è quella di fare l’aerosol mentre il bambino dorme, pratica che comunque è sconsigliata perché nel sonno il bambino respira prevalentemente con il naso, la bocca rimane chiusa, il respiro è superficiale e il farmaco non raggiunge i polmoni. Un’altra possibilità è quella di usare il boccaglio, ma solo nei bambini più grandicelli e solo con le adeguate istruzioni (non respirare con il naso, non mettere la lingua davanti al boccaglio e tenerlo tra le labbra e non tra i denti).
In soccorso a noi genitori disperati arriva la tecnologia, che mescolata ad un po’ di inventiva e fantasia ci aiuta a limare uno scoglio che prima sembrava insuperabile! Ecco qualche trucco per far vivere l’aerosol al bambino quasi come fosse un gioco:
In ogni caso il principio dell’imitazione funziona: se il tuo bambino vuole prima far provare un po’ di aerosol al suo peluche non dovrai opporti…avrai pupazzi che godono di ottima salute!